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9 giugno 2023 – Convegno Il futuro dei rifiuti. Strategie e scenari per una gestione sostenibile

mercoledì, Giugno 14th, 2023 - Scritto da Silvia Orlandini

Le Officine ICO il 9 giugno hanno ospitato nel prestigioso Salone dei 2000, un grande spazio simbolico nella storia della fabbrica in cui Adriano Olivetti teneva i discorsi ai propri dipendenti, il convegno organizzato da Società Canavesana Servizi Il futuro dei rifiuti. Strategie e scenari per una gestione sostenibile, che ha offerto una visione sugli scenari attuali in cui si muove il mondo della gestione dei rifiuti e sulle strategie e i progetti futuri che vanno in un’ottica di sostenibilità e economia circolare.

Tanti e di elevato profilo i relatori che sono intervenuti nella mattinata di fronte ad un vasto pubblico e che provengono dal mondo delle istituzioni, dalle associazioni di categoria, dall’università e dalle imprese.
I saluti, guidati dal Presidente di SCS Calogero Terranova, hanno visto l’intervento di Matteo Chiantore, Sindaco della città di Ivrea, Valerio Camillo Grosso, Presidente Consorzio Canavesano Ambiente, Sonia Cambursano, Consigliera Delegata della Città Metropolitana di Torino e Paola Molina, Dirigente del Settore Servizi Ambientali della Regione Piemonte, che ha illustrato il nuovo Piano Rifiuti Urbani, sottolineando la centralità della raccolta differenziata e della localizzazione di impianti nella gestione dei rifiuti.

Introdotto dal Direttore di Società Canavesana Servizi, Andrea Grigolon che ha moderato tutti gli interventi del convegno, lo storico e scrittore Marco Peroni ha suggestivamente illustrato la storia delle Officine e del Salone e il concetto stesso di lavoro e fabbrica olivettiani. La centralità della persona, della cultura come infrastruttura orizzontale che attraversa tutti i settori, del lavoro come parte integrante della vita per offrire opportunità di affrancamento del lavoratore dalla propria condizione, sono alcuni dei concetti cardine dell’operato olivettiano che rappresentano valori di grande ispirazione per tutte le aziende presenti al convegno.
“I valori e, soprattutto, le persone che ci pregiamo di rappresentare sono il vero patrimonio inestimabile di SCS, sottolinea il Presidente SCS Calogero Terranova. La nostra Società, ce lo siamo detti più volte nei momenti di incontro e confronto con i nostri Comuni soci, è fatta soprattutto di persone, di compagni di lavoro che ogni giorno dimostrano capacità, dedizione e professionalità. Siamo una Società impegnata nel fare, nell’agire e, questo, talvolta, ci fa dimenticare che momenti come questo, in cui ci si ferma a ragionare e riflettere sul percorso intrapreso e sulla direzione che vogliamo tenere sono fondamentali per tessere un dialogo e un confronto continuo non solo al nostro interno, ma anche e soprattutto con le altre realtà che come noi lavorano a vario titolo nel mondo dei rifiuti e contribuiscono a definirne gli orientamenti futuri”.
Proprio il fare, l’agire, la quotidianità degli operatori della raccolta rifiuti, spesso banalizzato e dato per scontato, sono concetti che ritornano nelle parole stesse degli addetti che raccontano il proprio lavoro nel video proiettato subito dopo l’intervento di Peroni e disponibile nel canale Youtube della Società (https://www.youtube.com/watch?v=AB3fGVxInOk).
Anche Andrea Grigolon, nell’introdurre i lavori del convegno, sottolinea “questo tipo di iniziativa deve far emergere la capacità dei nostri territori di farsi promotori reali di cambiamento, di innovazione e di piccole e grandi scelte che ci avvicinino ogni giorno di più a una sostenibilità concreta, tangibile che non sia solo pensata e progettata, ma concretamente realizzata nella quotidianità. Il nostro è un lavoro di squadra, che funziona, vive, opera soprattutto grazie alle qualità delle donne e degli uomini che ne fanno parte.”

E uno dei fattori più volte sottolineato che può avere grande impatto sulla sostenibilità è la presenza di impianti che possano permettere una gestione dei rifiuti sempre più autosufficiente e sempre meno dipendente dall’estero. Il Presidente di Confservizi, Sandro Baraggioli, sottolinea che “sul territorio nazionale si contano oltre 11 mila impianti per la gestione dei rifiuti, per la quasi totalità destinati agli speciali e, di questi solo 657 sono destinati ai rifiuti urbani (oltre a quelli per la selezione, il recupero e il riciclaggio). È di fondamentale importanza accrescere il numero di impianti come i termovalorizzatori che permettono di effettuare un recupero energetico e rivestono un ruolo centrale nella chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti”, in linea con quanto già rilevato nell’intervento precedente di Paola Molina, Regione Piemonte.

Anche l’intervento dell’architetto Agata Fortunato, Responsabile Ufficio Programmazione e controllo del Ciclo Integrato dei Rifiuti della Città Metropolitana di Torino, ritorna sul problema impiantistico, sottolineando un fattore su cui è necessario porre la giusta attenzione: la resistenza dei cittadini che spesso vedono negli impianti di gestione dei rifiuti il sinonimo di un impatto ambientale negativo spropositato e un danno nei territori in cui si collocano. “È necessario cambiare il paradigma, continua Agata Fortunato, passando dal concetto di impianti di mera gestione a impianti a servizio dell’economia circolare in cui il ruolo del cittadino può e deve restare fondamentale, veicolando informazione e formazione corretta, in cui si parta da analisi dei bisogni e delle potenzialità che il territorio offre, in cui, infine, si aumentino gli investimenti in ricerca e sviluppo e il territorio e gli attori locali si trasformino da soggetti passivi in attivi promotori di cambiamento”.

Luca Mariotto, Direttore del Settore Ambiente di Utilitalia, torna sul tema degli investimenti e sulla centralità delle aziende di gestione dei rifiuti “le aziende di igiene urbana rivestono un ruolo importante perché rappresentano l’elemento di raccordo tra una componente culturale (i cittadini che producono e conferiscono i rifiuti) e un sistema industriale chiamato a investire, innovare e creare nuovi posti di lavoro. I rifiuti non devono essere visti solo come un problema, ma anche come un’opportunità di sviluppo per i territori e il Paese. È necessario cambiare il punto di vista con cui si guarda ai rifiuti, che devono essere considerati innanzitutto risorse e per fare questo è indispensabile un sistema industriale e di governance territoriale in grado di valorizzarli”. Scelte coraggiose, quindi: si torna di nuovo alla necessità di accrescere il numero di impianti, perché senza impianti di trattamento (riciclo, recupero e smaltimento) il ciclo di gestione del rifiuto non si chiude, ma non solo. Nodo cruciale resta lavorare sulla governance, superando la gestione comunale su piccola scala e spostando la creazione di Enti di Governo d’Ambito per l’affidamento dei servizi su area vasta per crescere efficienza nei costi e efficacia nei servizi.
Questo anche per raggiungere i nuovi ambiziosi obiettivi del Pacchetto Eu sull’economia circolare e Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti entro il 2035: riciclaggio almeno del 65% dei RU (tutti i RU non più solo carta, plastica, metalli e vetro); smaltimento in discarica dei rifiuti urbani non superiore al 10%; obbligo di utilizzo di plastiche compostabili per determinate tipologie di imballaggi e di armonizzazione nell’etichettatura degli imballaggi e dei contenitori dei rifiuti.

Proprio ad alcune filiere specifiche sono dedicati gli interventi del Politecnico di Torino con Silvia Fiore, professoressa associata del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, e di Comieco, il Consorzio Nazionale per il Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, rappresentato da Luca Tomaino Referente territoriale Nord Ovest.
Silvia Fiore descrive la complessità di gestione del ciclo dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) ”il problema dei rifiuti elettronici è prima di tutto ambientale, generato dagli errori nella raccolta differenziata dei piccoli RAEE che spesso rimangono nei cassetti o, peggio, vengono buttati in modo improprio, causando dispersione di sostanze inquinanti e perdita di materie prime seconde di cui i rifiuti elettrici ed elettronici sono ricchi. Il problema però è anche sociale. Il recupero di metalli rari e preziosi implica un approvvigionamento di materiali nei paesi in via di sviluppo, naturalmente ricchi di materie prime critiche, generando sfruttamento di lavoratori a basso costo, prevalentemente minori e donne. È necessario, dunque, lavorare anche sulla responsabilizzazione dei produttori, combattendo l’obsolescenza programmata dei prodotti, rendendone più semplice e accessibile la riparazione”.
Un ulteriore approfondimento viene dedicato dalla professoressa anche ai rifiuti tessili, un’industria con un elevatissimo impatto ambientale “si pensi che ogni anno finiscono in mare 0.5 milioni di tonnellate di fibre sintetiche e che per produrre una maglietta sono necessari 2700 litri d’acqua, il fabbisogno di una persona per due anni e mezzo della propria vita. Da sola l’industria tessile è responsabile del 10% delle emissioni mondiali di gas a effetto serra”. Quali sono le strategie di sostenibilità a questo punto? Ad esempio, incoraggiare i consumatori a comprare meno tessili e a utilizzarli più a lungo, rendere competitivo il mercato delle fibre riciclate, aumentare efficienza e qualità della selezione, incoraggiare modelli di business basati su aspetti ambientali, economici e sociali.

E proprio l’impresa Osai con l’intervento del CEO Fabio Benetti nell’ultimo segmento del convegno, descriverà un concreto esempio di applicazione di prossimità del recupero dei piccoli RAEE, in cui si estraggono materiali rari e critici contenuti nei RAEE (ade esempio oro, argento, palladio e rame) negli stessi luoghi in cui il rifiuto viene prodotto. “L’esperienza maturata da OSAI all’interno del progetto europeo ADIR ha permesso la nascita del progetto RE4M – Recycling for Manufacturing, sistema innovativo per l’estrazione e la selezione automatizzata dei componenti elettronici destinati al recupero dei metalli critici e preziosi. Il nuovo modello che proponiamo, continua Benetti, prevede piccoli volumi ben distribuiti e attività svolta in scala locale con tecnologie a basso impatto ambientale e impianti a ridotto consumo energetico, una reale applicazione dell’economia circolare”.

Luca Tomaino di Comieco fotografa una situazione più che positiva del processo di riciclo degli imballaggi cellulosici “L’Italia ha raggiunto gli obiettivi comunitari al 2030 di un tasso di riciclo all’85% già nel 2020 con un valore pari al 86,1% mantenuto stabile anche durante la pandemia. Il riciclo della carta è una storia di successo, specialmente per l’Italia, paese con scarsità di materie prime. Il nostro paese è «ricco di boschi poveri» e l’industria della carta, nei secoli, ha dovuto orientarsi prima sugli stracci, poi sugli scarti agricoli e quindi dagli anni ’50 sul macero della carta. La regione Piemonte rappresenta un esempio virtuoso di alta intercettazione e elevata qualità con 67 kg di raccolta di carta e cartone per abitante (la media nazionale è di 60.08 kg/abit). Il territorio di Società Canavesana Servizi può ancora migliorare, affrontando la sfida di un aumento della raccolta pro-capite (54,21 kg/abitante), preservando l’elevata qualità del materiale raccolto.”

L’ultima parte del convegno è stata dedicata alle aziende del territorio e non che rappresentano esempi concreti virtuosi dell’applicazione della circolarità nella gestione dei rifiuti. Davide Marinzi, responsabile degli impianti di trattamento A2A, descrive la nascita e l’evoluzione dell’impianto di Cavaglià (BI) che da discarica si converte in impianto di selezione degli imballaggi in plastica, a cui negli ultimi anni viene aggiunto un ulteriore settore legato alla riconversione della plastica scartata dagli impianti di selezione per produrre Combustibile Solido Secondario (CSS) per cementeria, utilizzato come combustibile alternativo al combustibile fossile. “È del 2022 l’inaugurazione del nuovo impianto di gestione del rifiuto organico (in grado di accogliere 48.000 ton all’anno di organico da raccolta differenziata e scarti da cucine e mense e 12.000 ton all’anno di rifiuto verde proveniente da sfalci e potature) che verrà trasformato in compost utilizzato come ammendante agricolo e biometano da immettere nella rete nazionale. Tutta l’energia necessaria per far funzionare l’impianto viene autoprodotta attraverso il fotovoltaico”. Sostenibilità applicata a 360 gradi.

Mirko Bottolo, Business Development di I.Blu Gruppo Iren, racconta dei nuovi impianti per la selezione degli imballaggi in plastica a Borgaro Torinese e per la produzione di pallet pressati e distanziali da legno riciclato a Vercelli pensati per coprire il fabbisogno regionale. In particolare Bottolo si interroga sulla reale sostenibilità del binomio plastica – ambiente “Il riciclo delle plastiche miste rappresenta una sfida importante. Applicazioni complementari a quelle tradizionali sono opportunità imperdibili per aumentare il riciclo dei rifiuti plastici e massimizzare la sostituzione delle risorse vergini fossili. Un approccio aperto e tecnologicamente neutrale è indispensabile al fine di sviluppare nuove soluzioni integrate, necessarie ad efficientare il riciclo dei rifiuti, l’utilizzo delle risorse, i processi industriali e la salvaguardia dell’ambiente. Bisogna spostarsi sempre più verso un approccio sistemico in cui ci sia un dialogo concreto e rispettoso del territorio per trovare soluzioni strutturali”.

A chiudere gli interventi delle imprese Silvio Barbiera, direttore di Cidiu spa e Cidiu Servizi, l’azienda che opera nell’igiene ambientale nei territori di Collegno, Rivoli e Druento e che con Società Canavesana Servizi, Acsel e Sia, fa parte della Rete Corona nord Ovest con l’obiettivo principale di indirizzare e coordinare il servizio di raccolta e gestione rifiuti, valorizzando il lavoro svolto dalle singole imprese, aumentandone l’efficienza e la competitività, rafforzando l’idea che una visione più allargata e meno parcellizzata nella gestione dei rifiuti rappresenti un fattore chiave di successo nella gestione dei servizi. Barbiera illustra il progetto per il nuovo impianto per il recupero delle terre da spazzamento presentato da C.A.DO.S. e curato da Cidiu Servizi che ha ottenuto il finanziamento da 6 milioni di euro dal PNRR. Pronto entro il 2024, sarà un impianto a valenza regionale capace di trattare fino a 30 mila t/anno di rifiuti e sorgerà presso la sede impiantistica Cidiu Servizi S.p.A. a Druento. Barbiera conferma la visione espressa trasversalmente dai relatori nel corso della mattinata “Il deficit impiantistico ancora non consente la chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti. In questo senso, il PNRR fornisce concrete opportunità per ridurre il divario infrastrutturale e migliorare le performance ambientali con impatti duraturi su occupazione e crescita del PIL nazionale. In questo il ruolo di ARERA può diventare fondamentale, grazie alla sua attività regolatoria si può tracciare la strada per fornire un servizio di maggiore qualità e più omogeneo sul territorio nazionale”.

Grande soddisfazione alla fine della mattinata viene espressa dal direttore di SCS Andrea Grigolon “Siamo partiti da una domanda: la gestione dei servizi e della raccolta legate al mondo dei rifiuti sono davvero sostenibili? L’economia circolare è un modello replicabile nel tempo? I percorsi che abbiamo analizzato implicano condivisione, sinergia e un cambiamento di prospettiva che ci permetta di ripensare le logiche del sistema in cui ci muoviamo, allargando il punto di vista non al singolo campo di intervento di ognuno, ma al sistema nel suo complesso, affrontando i prodotti e anche i servizi che noi forniamo come parte di un ciclo di vita la cui finalità ultima è ridurre i rifiuti prodotti e valorizzare ciò che in questo ciclo è già presente. Il contributo fornito da amministratori, consorzi di filiera, università è fondamentale, ma non può funzionare se non si lavora in sinergia con le aziende che, ne abbiamo visto alcuni esempi oggi, già stanno facendo molto, e con i cittadini che possono essere promotori di grandi e importanti cambiamenti. Quello che emerge è un settore vivo, concreto nel dare risposte alle esigenze del nostro paese. Un settore qualificato, fatto di donne e uomini che senza distinzione dimostrano ogni giorno la propria professionalità.”

materiali convegno

ProgrammaIl Futuro dei Rifiuti. Strategie e scenari per una gestione sostenibile
RelatoreSlide
Sandro Baraggioli, Presidente Confservizi Piemonte e Valle d'AostaIl fabbisogno impiantistico dell'economia circolare: stato dell'arte e necessità di investimenti
Luca Mariotto, Direttore Settore Ambiente UtilitaliaLa gestione sostenibile dei rifiuti come opportunità di sviluppo del territorio. Quali le azioni concrete per superare lo slogan “Non rifiuti, ma risorse”
Silvia Fiore, Associate Professor Department of Engineering for Environment, Land and Infrastructures - Politecnico di TorinoRAEE e rifiuti tessili: gestione sostenibile e circolare?
Luca Tomaino, Referente Territoriale Nord Ovest Comiecoa filiera degli imballaggi cellulosici: risultati raggiunti e nuove sfide
Agata Fortunato, Responsabile Ufficio Programmazione e Controllo del Ciclo Integrato dei Rifiuti Città Metropolitana di TorinoDa impianti di gestione rifiuti a impianti a servizio dell'economia circolare: quali criticità localizzative?
Davide Marinzi, Responsabile Impianti di Trattamento A2A Ambiente spaIl Polo tecnologico di Cavaglià
Mirko Bottolo, Business Development Manager I.Blu S.r.l. - Gruppo IRENRiciclo e simbiosi industriale: l'esperienza del gruppo Iren
Fabio Benetti, Chief Executive Officer OsaiAutomazione: il key factor per la valorizzazione delle miniere urbane.
Silvio Barbiera, Presidente Rete Corona Nord Ovest, Direttore Cidiu spa e Cidiu ServiziIl recupero delle sabbie e terre da spazzamento nel contesto della Regione Piemonte: l'iniziativa del Gruppo CIDIU

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